"[...] Battere" il tamburello della pizzica" ("battere" sulla pizzica) ha rappresentato per il gruppo un'esperienza decisiva, profonda e a volte dolorosa. Nell'ossessività gioiosa ma anche tragica di quel momento, nel sangue prodotto dalla ripetizione velocissima e inesausta delle percussioni della mano, è tutto il camino faticolo e sorprendente di un riappropriamento culturale che è anche ritrovamento di un'identità sommersa, dimenticata, con la sua intera costellazione di valori. E' un cammino a ritroso, da un ritmo sopravvissuto a tutte le modernizzazionifino a radici culturali e psichiche le più varie, sedimentate lungo la storia millenaria e di volta in volta pronte a sprigionare la loro forza intatta ma ogni volta nuova. E' da questo punto di vista che la pizzica salentina, nella sperimentazione incessante e generosa del gruppo Zoè. rivela tutta la sua straordinaria modernità, la sua perdurante efficacia e vitalità."